Un sorprendente esordio alla Festa del Cinema di Roma 2025, dove la quotidianità diventa racconto poetico e sociale
Alla Festa del Cinema di Roma 2025, tra le opere del programma Progressive Cinema, spicca Mad Bills to Pay (or Destiny, dile que no soy malo), esordio cinematografico di Joel Alfonso Vargas. Il giovane regista dominicano-americano firma un debutto fresco, libero, girato con il coraggio del cinema che non teme la verità dei volti e delle strade. Con un linguaggio a metà tra la finzione e il documentario, Vargas racconta il Bronx come uno spazio vivo, contraddittorio e pieno di umanità, restituendo al pubblico l’emozione di un’estate in bilico tra sogni e realtà, tra desiderio di riscatto e il peso delle responsabilità.
La storia ruota attorno a Rico, diciannovenne che cerca di guadagnarsi da vivere vendendo “nutties”, cocktail artigianali che porta in un piccolo frigo portatile sulla spiaggia di Orchard Beach. Quando Destiny, la sua fidanzata timida e dolce, si trasferisce da lui, la loro vita viene travolta da bollette impagate, tensioni domestiche e l’arrivo inatteso di un figlio. È un racconto di micro-realismo urbano, dove la speranza si intreccia con la difficoltà quotidiana. Il film, girato in 4:3, predilige piani lunghi, quasi senza stacchi, restituendo una sensazione di vita vissuta, di presenza costante e sincera, come in un diario visivo dell’estate newyorkese.
Nel cast emergono Juan Collado, Destiny Checo, Yohanna Florentino e Nathaly Navarro, tutti esordienti, capaci di offrire interpretazioni naturali e potenti nella loro semplicità. Il loro lavoro, lontano dai canoni della recitazione tradizionale, si muove tra spontaneità e improvvisazione, evocando l’intimità del miglior cinema indipendente americano. In Mad Bills to Pay, ogni volto diventa un frammento di comunità, ogni gesto un atto d’amore o di sopravvivenza, in una rappresentazione autentica della diaspora dominicana nel Bronx. È un film che dialoga con opere come Moonlight di Barry Jenkins o The Florida Project di Sean Baker, ma con una voce autonoma, personale, vibrante.
Sociologicamente, l’opera di Vargas si inserisce in un filone di realismo sociale contemporaneo, capace di restituire la quotidianità senza moralismi né giudizi. Il Bronx non è più il luogo mitizzato della violenza o della povertà, ma un microcosmo dove solidarietà e precarietà convivono. Il regista osserva, non interviene: costruisce un film che, come un lungo pomeriggio estivo, sembra sospeso nel tempo. Mad Bills to Pay diventa così un racconto di formazione e di comunità, un mosaico visivo sul valore della dignità e sull’arte di sopravvivere con dolcezza. Vargas, pur evitando finali consolatori, lascia nello spettatore un senso di umanità condivisa, di calore e malinconia, di un’estate che non finisce mai.
