E’ l’uomo dalle sfide impossibili. Alessandro Colò, il ciclista d’acciaio, lo specialista italiano del ciclismo estremo, conosciuto in tutto il mondo per le sue straordinarie imprese ha messo nel mirino l’estenuante Alaska Fireweed Bike Race del prossimo anno, allorquando ricorrerà il trentennale della gelida corsa, la più vicina che si corre al Polo Nord. “E’ un appuntamento storico. Per l’occasione sono stati invitati tutti i vincitori delle edizioni fin qui disputate”. Colò ha vinto la logorante gara americana nel 2013 coprendo la distanza in 23 ore e 45 minuti. “E’ stata una corsa memorabile, solo a ricordarla mi vengono i brividi. Ancora oggi sono l’unico ciclista europeo ad averla vinta e non posso mancare”.
Si partirà da Sleep Mountain vicino Anchorage atrraverso un percorso di 700 km con temperture sempre prossime allo zero (ad essere ottimisti!), da realizzare in 30 ore filate. Anche una sosta potrebbe risultare fatale ai muscoli a certe temperature. Scalare il Thompshon Pass, diventa spesso un’impresa considerando la vertiginosa pendenza del 18% ed i venti che possono raggiungere i 110 km orari. Si arrivano a spendere anche 1000 calorie all’ora con una perdita preventivata di almeno 8 kg di peso corporeo.
Colò ha già iniziato gli allenamenti durissimi che richiedono sacrificio e concentrazione: dodici ore in sella no-stop, senza soste, senza mangiare e bere, cercando di ridurre le necessità fisiologiche. “Mi aiuto con la telemetria, strumento essenziale per il calcolo del consumo calorico e di altri parametri importanti. Ma anche l’autoipnosi è fondamentale per aiutarmi a dormire poco o niente”. Anche se è nato a La Spezia, è romano a tutti gli effetti. Ha trascorso l’infanzia tra Mentana e Monterotondo, attualmente vive a Sacrofano. Nel suo ricco palmares figurano alcune tra le gare più massacranti del mondo: La Race Across America (5000 km sensa soste, coast to coast, da San Diego alle coste dell’Atlantico) vinta due volte (2007 e 2011), il Tour of Britisch Columbia (2014), l’Alaska Fireweed Bike Race (2013). Istruttore di spinning in alcuni dei circoli sportivi più esclusivi della capitale, Il ciclista d’acciaio in pratica non scende mai dalle sue amate bici, di giorno per lavoro e di notte per allenarsi “Mi sto allenando in bicicletta sulle salite del Terminillo e dei Monti Lucretili, in mountain bike nei parchi naturali di Vejo e del Sorbo, Orilo – Trevignano, Castel di Guido e sulla bici da indoor ciclyng nei centri sportivi dell’Aurelio e di Formello”.
Quest’anno ha in programma il Salzkammergut Trophy 2024 a Bad Goisern in Austria, una gara di 209 km con 7000 m. di dislivello. “E’ la prima di una serie di Randonée da 200-300-400 o 600 km che mi serviranno a mettere km nelle gambe. L’appuntamento è troppo importante. In Alaska non posso deludere le attese”. Per le sue imprese estenuanti Colò si avvale di uno staff numeroso e competente che lo assiste durante le sue massacranti cavalcate in bici: i medici Massimo Mercuri e Pietro Di Pietrantonio, i fisioterapisti Sabrina Lambrilli e Marco Manicastri delle strutture Airri e Mondo riabilitazione, Arnaldo e Simone Montanini per l’assistenza della particolare bicicletta in titanio e l’amico di sempre il team manager Paolo Cricchio che ci ha raccontato un paio di singolari aneddoti. “Alessandro non smette mai di stupire. E’ riuscito a pedalare 280 ore su una bici da spinning senza dormire, ma si è anche allenato per ore ed ore dentro una sauna per prepararsi al clima rovente della Valle della Morte”. La sfida di Colò continua.