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Bella Ciao, i festeggiamenti del Leverkusen contro la squadra italiana della Roma sulle note simbolo della resistenza

foto esterna: AS Roma

Sembra strano ma accade anche questo. Il Leverkusen saluta la Roma sulle note di Bella ciao. Sarà stata una coincidenza? Dopo una partita incredibile che sembrava ribaltare, nello stadio lungo il Reno, il risultato della partita di andata in cui la squadra tedesca si era imposta con un sonoro 2-0, il Leverkusen nelle fasi finali ha riagguantato il risultato trafiggendo la rete giallorossa ulteriori due volte nei minuti finali accedendo così alla finale di Coppa Uefa.

Partita senza dubbio nervosa tra i giocatori delle due squadre, in cui la tensione agonistica è andata a tratti oltremodo al fuori dei canoni a cui siamo abituati: nei festeggiamenti finali tedeschi hanno visto Frimpong esultare con poco rispetto davanti ai giocatori della panchina giallorossa pochi attimi prima del fischio finale dell’arbitro olandese Makkelie chiamato a dirigere il gioco.

Ma nell’euforia finale i giocatori neo-qualificati hanno ballato saltellando al ritmo di ‘Bella Ciao’, canzone simbolo della resistenza italiana dell’Italia occupata dalle truppe tedesche.

Una pericolosa e delicata svista per gli organizzatori della città della Renania Settentrionale-Vestfalia che probabilmente sono stati attratti superficialmente dalla parola Ciao del titolo dell’inno della resistenza, ma che di fatto ha un significato storico ben più profondo della semplice canzoncina scelta solo per il titolo di saluti. O almeno ci auguriamo che il motivo della scelta sia semplicemente quello.

Se così non fosse lo sberleffo tedesco sarebbe rivolto all’intera Italia che ha visto la sua rinascita democratica proprio con la lotta contro i tedeschi nella II guerra mondiale e questo è inaccettabile proprio alla luce del passato che ha causato tantissimi morti in una guerra totalitaria.

E proprio perché la musica è stata diffusa al massimo volume dagli altoparlanti di tutto lo stadio, e non da un coro di tifosi organizzati, lo sgarbo sembrerebbe istituzionale e di certo la goliardia sportiva poco ha a che fare con una storia che rappresenta una pagina ignobile del passato.

Superficialità o volontarietà che sia, è un’azione che di certo avrebbe fatto rabbrividire persino De Coubertin rompendo di fatto il rispetto di due nazioni che si sfidano in un campo di calcio per una coppa europea. Che il calcio rimanga calcio, senza intaccare i valori sociali di libertà e democrazia, il contrario non è accettabile mai, neanche come sfottò.