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“Con te, Pedro”: Quando l’amore di un padre diventa bersaglio dell’odio

foto: Andrea Staccioli/INSIDEFOTO

È stato solo un giorno di festa. Un giorno che avrebbe dovuto raccontare solo felicità, spensieratezza e amore. Pedro Rodríguez, attaccante della Lazio, ha voluto condividere con il mondo un momento di dolcezza familiare: l’ottavo compleanno del figlio Marc, trascorso tra risate, giochi e tuffi al Siam Park di Tenerife, “Il miglior parco acquatico del mondo”, come lo ha descritto lui stesso.

Sotto quella foto, tenerissima, che ritrae Marc sorridente con una coroncina arcobaleno con scritto “Feliz cumpleanos” , un vestito a spalline indossato per l’occasione ed una torta a tema Lilo & Stitch, si è però scatenato un diluvio di odio. Un’onda oscura e meschina, fatta di insulti omofobi, commenti sessisti, attacchi alla dignità di un bambino e di una famiglia. “Recupera tuo figlio finché sei in tempo”, “Chi veste un maschio da femmina?”, “Non sei un vero padre” – sono solo alcuni dei vergognosi messaggi lasciati da chi ha deciso di trasformare un momento di felicità in un tribunale di intolleranza.

Ma noi, oggi, vogliamo dire basta.

Non è solo un attacco a Pedro. È un attacco all’innocenza, alla libertà di essere bambini, alla bellezza di un amore paterno che si fa protezione e orgoglio. Pedro non ha tolto la foto. Ha chiuso i commenti, è vero, ma ha lasciato quell’immagine lì, visibile, chiara, luminosa. Come a dire: “Non mi piego. Questo è mio figlio, ed io ne sono fiero.”

E noi siamo con lui o almeno io, uomo, tifoso giallorosso, padre ed abitante di questo mondo. Perché ogni bambino ha il diritto di esprimersi senza paura. Perché ogni genitore che difende la felicità e l’autenticità dei propri figli merita rispetto, non giudizio. Perché un vestito, una coroncina di buon compleanno, un cartone animato non dovrebbero mai essere un campo di battaglia ideologica.

Questo non è un caso da social: è uno specchio. E ciò che riflette fa paura. 

Fa paura che nel 2025 ci sia ancora chi crede che esista un solo modo “giusto” di essere maschio o femmina. Fa paura che un padre venga accusato di non “fare il padre” perché permette a suo figlio di essere se stesso. Fa paura che il sorriso di un bambino scateni la rabbia di adulti che hanno dimenticato cosa significa amare senza condizioni.

Ma c’è anche speranza. Nella foto che Pedro ha scelto di non rimuovere, c’è un messaggio potente: la libertà è più forte dell’odio. La scelta di difendere la propria famiglia senza nascondersi è un atto coraggioso. È un esempio. E noi vogliamo ringraziarlo per questo.

Oggi più che mai, serve solidarietà, a prescindere dai colori, a prescindere da una fede calcistica.

Ai tifosi, ai colleghi, alla società sportiva, ai media: non lasciamo che questo gesto passi sotto silenzio. Pedro ha difeso suo figlio, ora tocca a noi difendere lui. Non per creare un nuovo fronte di scontro, ma per alzare una barriera comune contro la violenza verbale, l’odio gratuito e la cultura della vergogna.

Pedro, Marc, sappiate che non siete soli. In quel sorriso c’è un mondo che vale la pena proteggere. E noi ci saremo, ogni volta che servirà.

Perché l’amore non si giudica. Si celebra. Sempre.