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Lazio, diecimila ai Fori Imperiali: “Lotito, vendi la squadra”. Tifosi in marcia anche per il Flaminio

foto: Andrea Staccioli/INSIDEFOTO

Una voce sola, potente, composta ma determinata. Diecimila cuori biancocelesti hanno sfilato sabato pomeriggio lungo via dei Fori Imperiali per chiedere, ancora una volta, la fine dell’era Lotito alla guida della Lazio. “La politica lo ha messo, la politica lo deve togliere” recitava lo striscione simbolo della protesta, sventolato tra bandiere e cori sotto lo sguardo curioso dei turisti e lo sfondo imponente del centro storico romano.

Una manifestazione annunciata, organizzata nel rispetto delle regole e priva di tensioni: nessun petardo, nessun fumogeno, solo la rabbia composta di un popolo stanco. A muovere i passi dei tifosi, riunitisi fin dalle 18:30 a Largo Corrado Ricci, è stato il desiderio di tornare a credere, a sognare, a riveder le stelle. La marcia si è snodata per circa venti minuti, fino all’altezza di via di San Pietro in Carcere, con cori, applausi, ma anche tanti volti segnati da disillusione e frustrazione.

«Seguo la Lazio da quarant’anni, ma non ce la faccio più a soffrire così», ha detto un tifoso. «Lotito non ha mai voluto il bene della Lazio», ha dichiarato un altro. E il messaggio più ricorrente era chiaro: “Abbiamo bisogno di un futuro, non di stagnazione”. Il blocco totale del mercato estivo, unito all’assenza di ambizione e alla mancata qualificazione alle Coppe europee, ha acuito un malcontento già profondo. E questa volta in piazza c’erano anche tante famiglie, tanti bambini: il segnale più forte di un dissenso che ha superato le curve per invadere tutta la tifoseria.

Al termine del corteo, una delegazione del tifo organizzato è stata ricevuta in Campidoglio dall’assessore allo Sport, Alessandro Onorato. Al centro del colloquio, il futuro dello Stadio Flaminio. «La Lazio ha finalmente presentato un progetto di riqualificazione lo scorso dicembre», ha spiegato la delegazione. «Ma mancano ancora dei documenti necessari per aprire la conferenza dei servizi». I tempi si dilatano, e il rischio è che anche questo sogno, quello di una casa propria per la Lazio, possa restare chiuso in un cassetto.

Nel frattempo, il silenzio sul fronte del mercato non fa che peggiorare l’umore della piazza. Il direttore sportivo Fabiani ha smentito le voci sulla cessione di Castellanos al Flamengo, dichiarando che l’attaccante “non è in vendita, nemmeno per 30 milioni”. Ma il malcontento resta.

E non si ferma nemmeno la “battaglia degli striscioni”. Dopo quelli comparsi a Roma, uno è stato srotolato persino a Manhattan, sul ponte del Grand Central Terminal: «La politica lo ha messo, la politica deve toglierlo. Libera la Lazio!». Un messaggio forte, che valica i confini, perché quando una tifoseria si sente tradita, non conosce distanze.

L’era Lotito continua, ma la piazza, quella vera, quella che canta e spera, non intende restare in silenzio.