foto: Giulia Piccioli

Tutto esaurito all’Olimpico  anche quando la partita non c’è. Impegno importante, la tifoseria risponde in massa

Ancora Sold Out all’Olimpico per la finale di Uefa League che si gioca a Budapest. Una partita importante, il passo finale, che  decide la stagione giallorossa con un campionato italiano obiettivamente opinabile nella resa ma che, passo dopo passo, faticosamente ha visto un deciso exploit in chiave europea.

Un movimento di 60.000 presenze che accedono all’impianto capitolino all’apertura dei cancelli alle ore 18,30 ma che nel percorso di avvicinamento all’evento ha scandito i suoi riti scaramantici. Gruppi di ragazzi nei punti di ritrovo intorno allo stadio con fasci di bandiere, aperitivi nei bar prima dell’ingresso, raduni allegri di giovani che indossano i colori giallorossi. In curva sub un pallone viene lanciato da una parte all’altra tra un olè corale ed applausi.

Ritualità e scaramanzia sono le parole d’ordine della serata: “Non succede, ma se succede…” sembra questa volta non uscire dalle gole strozzate dall’emozione in una serata davvero surreale che unisce uno accanto all’altro i tifosi senza che nessun giocatore calchi il campo di gioco che anzi è coperto per preservare il prato sottostante.

Si, perché la partita all’Olimpico non c’è. Ci sono i maxi schermi che trasmettono in diretta le fasi di gioco dell’intera partita di Budapest. Ma il tifoso, quello che non è riuscito ad accaparrarsi il prezioso tagliando dello stadio Puskas Arena, ed intere famiglie con bambini al seguito non vogliono mancare. Si radunano in questo che è il tempio del cuore giallorosso, per stare comunque tutti uniti, stringersi in un virtuale abbraccio, nella felicità e nel dolore: si ride e si festeggia tutti assieme, o si piange e ci si consola. Non c’è questa sera all’Olimpico un curva contrapposta all’altra, tifosi dai colori diversi, nulla di tutto questo. Ognuno con una sciarpa, una bandiera, e tante tante maglie a dimostrare l’appartenenza quasi religiosa ma sono davvero tutti uniti.

Una festa rovinata a Budapest da scontri tra la tifosera spagnola, quella ungherese e quella polacca, attriti di vecchia data ma che hanno trovato libero sfogo un questa che è e deve rimanere, una serata di festa sportiva. Sette gli arresti comunicati nel pre partita che di certo non rovineranno la serata europea.