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Il Grande Slam si tinge di rosso

Sono riandato a vedere una bellissima foto sui “500 anni di tennis” di Gianni Clerici che immortala Donald Budge in una volée laterale di rovescio a polso fermo; un colpo, il backhand, che solo Ken Rosewall eguagliò in seguito. Pantaloni lunghi rigorosamente bianchi, come la maglietta e le sue scarpe immacolate. Dall’altra parte della rete rispondeva il barone Gottfried von Cramm, il secondo miglior giocatore di ogni tempo, come scrive l’autore di questa enciclopedia sul tennis.

Ora sarebbe un vero copia e incolla se mi inoltrassi sulle qualità del primo vincitore del Grande Slam, dal momento che Don Budge, numero uno del mondo per cinque anni, oltre ad appartenere a quasi un secolo fa non appare nemmeno nei documentari. Vincitore del primo Grande Slam nel 1938, il californiano di Oakland condivide questa impresa solamente con un altro tennista al mondo, l’australiano Rod Laver, capace di riportarne ben due nella sua Australia: il primo nel 1962, dove nell’ultimo ostacolo degli US Open superò Roy Emerson, il secondo nel 1969, sempre ai Campionati statunitensi, quando batté Tony Roche, entrambi avversari australiani e connazionali che, come il rosso mancino, giocavano a meraviglia sull’erba, lasciando andare il loro Serve and Volley.

È proprio questo, il rosso, il colore che accomuna gli unici due tennisti della storia che hanno chiuso il Grande Slam, la vittoria nello stesso anno dei quattro major più importanti: Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e US Open. Novak Djokovic ci andò vicino realizzando il “piccolo Slam”, ovvero vincendone quattro consecutivamente ma non nello stesso anno. Sia Don Budge, sia Rod Laver, avevano i capelli rossi.

In Italia c’è un altro tennista che sta per diventare numero uno del mondo, anche lui è un pel di carota e sta migliorando a vista d’occhio su tutte le superfici. Non mi stupirei se, prima o poi, riuscisse nell’impresa di centrare il Grande Slam, ora che sono passati quasi cinquantacinque anni dall’ultima impresa di Laver. Magari non questa stagione, ma in seguito Jannik Sinner un pensierino ce lo farà.