europei atletica

Black Italians. Gli Europei di atletica portano alla ribalta un’Italia sempre più multietnica alla faccia delle follie ascoltate ancora in giro in questi mesi sui “non abbastanza italiani” o su quelli che sarebbero “italiani ma non troppo” e altri strampalati assoli razzisti. Da Jacobs a Simonelli, da Furlani a Dosso, passando per Yeman Crippa, l’Italia che vince e’ la cartolina di un Paese che cambia. O che è già abbondantemente cambiato nonostante qualcuno non se ne sia accorto. L’Olimpico e le sue gare di questi giorni ce lo dicono, quasi ce lo strillano. E a raccontare queste emozioni c’è anche un altro ragazzo diventato uomo ma sempre con il sorriso delle sue prime apparizioni pubbliche, compresa quella davanti a Giovanni Paolo II nel Giubileo 2000. Allora, Andrew Howe aveva 15 anni. Ora sono diventati 39, ma l’entusiasmo con cui il vicecampione del mondo di salto in lungo di Osaka 2007, insieme con l’altra ex lunghista Laura Strati, è davvero contagioso. Andrew trasmette simpatia a ogni parola e questo Europeo, seppure con un microfono e senza pedana, è anche un po’ suo. 


L’immagine di Andrew Howe, quella dei ragazzi d’oro, d’argento e di bronzo di questa Italia mappamondo, mi fa venire in mente un amico. Si chiamava Mauro Valeri, faceva lo storico e il sociologo, e spese tutta la sua vita contro il razzismo, nello sport e non solo, per esempio scoprendo la storia di quel fantastico pugile, Leone Jacovacci, che il fascismo si vergognava di considerare italiano per il colore nero della sua pelle fino al punto di nascondere le sue vittorie. Jacovacci: cent’anni prima una storia che somiglia a quella di Lorenzo Simonelli, padre italiano mamma africana (tanzaniana per l’ostacolista, congolese per il boxeur). 

Valeri scrisse diversi libri e fra questi mi piace ricordare proprio Black Italians con un bellissimo profilo intervista di Andrew Howe. Uscì nel 2006. Proprio mentre Mauro cominciava ad andare in giro per squadre di calcio a denunciare la pericolosità degli ululati razzisti e veniva trattato con sufficienza, secondo la solita logica dei “pochi delinquenti” e del “meglio non farci caso”. Da allora tante cose sono cambiate, ce lo dicono Marcell, Yeman, Lorenzo, Mattia, Zaynab e tante e tanti altri. E anche quelli che non vincono. Ma che sono l’Italia. Senza se e senza ma.

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Grillotti e le istantanee di Howe e Furlani. “Andrew fantasista, Mattia Metronomo”.